La commedia più famosa e probabilmente la più fresca e disincantata di Wilde è un inno all’inutilità, una critica allegra al nulla in cui si trastullano le classi agiate. Ma in questa messa in scena i servitori sembrano spassarsela più dei padroni o quantomeno in maniera più sincera e immediata. Tutto questo finché il Destino non decide di divertirsi anch’esso rimescolando i ruoli agli attori e rimandando tutti alla casella di partenza: veloci, sempre più veloci alla ricerca del finale. Fino a quando?
Nel 1964, su commissione, Ionesco concepì alcuni dialoghi destinati ad essere inseriti in un libro di testo per l’insegnamento del francese per studenti americani, approfittando...