Il Don Quijote di Bulgakov, ovvero “una società senza sognatori non va da nessuna parte”: questo il monito che risuona dal ‘600 spagnolo, nella Russia di Stalin… fino agli abulici giorni nostri. Questo scoppiettante adattamento del mito del Sognatore Errante gioca su due aspetti: quello testuale, fedele a quello dei tempi di Cervantes e quello visivo, intriso delle nostre moderne nostalgie. Tra una gag e una riflessione, un duello e un’improbabile storia d’amore, il Cavaliere Errante si porta sulle spalle tutto il peso delle sue fantasie, ma sembra anche dirci che il sogno – almeno quello – è la libertà alla quale non dobbiamo rinunciare. Mai.
Perché Cyrano non ha il nasone? Chi ha scelto di nascondere il proprio passato sotto la tesa del cappello e di cimentarsi con le rime dell’immortale poeta-spadaccino? Un uomo di...