Dal quel salto di Dante all’Inferno ne è passata di acqua sotto i ponti e forse le cose sono un po’ cambiate. O forse no? Di certo la tunica dell’Alighieri si aggira ancora e per sempre tra le bolge e le sue paure in endecasillabi. Ma se il protagonista ormai appartiene all’infernale loco, molti altri vi sono arrivati e altri arriveranno ancora: una restituzione del grande poema fedele a tratti, in cui si accavallano orgoglio e rassegnazione, crudeltà e compassione, speranza e disperazione. Momento ed eternità.
Due sgabelli, una panca e una corda sono gli unici oggetti in scena che evocano i troni di Carlo Magno e Agramante oppure le tende dei paladini rivali Orlando e Rodomonte. Qui...