É la sera della prima e nel camerino di Alex transita molta umanità teatrale, elettrizzata dall’imminente debutto del “Misantropo”. Ma quando l’attore resta finalmente solo con se stesso, si specchia nel personaggio di Alceste – proprio quello che ha immaginato Molière: quali possono essere i punti di contatto tra una persona che recita oggi e il protagonista secentesco che considera deplorevole essere interpretato da qualcuno capace di essere felice? Nel braccio di ferro tra l’idealismo di chi è indignato dalla vita e la sregolatezza di chi, invece, la trova divertente, chi conquisterà i favori della sfuggente Célimène?
Il futuro visto da oggi e quello visto da Mosca negli Anni ’30 del secolo scorso sono decisamente diversi. Un geniale fisico inventa la macchina del tempo e si ritrova tre secoli...